Supercelle scolpite tra Alessandria e Piacenza, 17 giugno 2010

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La giornata di caccia migliore dell’anno 2010.

La situazione sinottica era caratterizzata dalla presenza di un minimo chiuso di bassa pressione (cut-off) sul golfo del Leone. Questo minimo di bassa pressione aveva portato il giorno precedente (16 giugno) diverse precipitazioni a spasso per il nord con un’atmosfera quasi “autunnale” data dal tappeto di nubi estese e stratificate formate dal fronte caldo.

Il tempo era poi diventato limpido e terso nel corso della notte tra il 16 ed il 17 preannunciando lo spettacolo del giorno successivo.

Le condizioni atmosferiche in cui queste supercelle hanno avuto origine non erano certo eccezionali! L’atmosfera era piuttosto raffreddata dopo diversi giorni di intenso maltempo su molte parti d’Italia.

Questi sono stati i fattori determinanti per la formazione delle supercelle:

– L’intenso irraggiamento solare di giugno.

– La presenza di aria limpida senza nubi a media quota in grado di impedire il surriscaldamento del suolo.

– Aria molto fredda in quota.

– Convergenza molto marcata tra la dry line appenninica e l’aria umida che dall’alto Adriatico entrava in val Padana da est.

– Spiccato wind shear positivo.

Io e Matteo Ventola partiamo da Genova nel primissimo pomeriggio imboccando la a7 direzione Milano. Una volta varcato l’Appennino un vigoroso updraft si era da poco formato nella zona di Alessandria dove la circolazione del temporale era già mesociclonica.

Fotografiamo così la prima supercella nei pressi di Alessandria est la quale presentava una forma eccezionale con rotazione ben visibile del mesociclone ed un marcato RFD che avanzava verso di noi.

In breve tempo freddi venti di outflow provocati dalla supercella, spazzano tutta la zona e l’atmosfera tende rapidamente a scaricarsi. Decidiamo così di puntare dritti verso est direzione Piacenza dove il cielo e le nubi avevano un aspetto migliore. La zona era stata risparmiata sino a quel momento dai temporali, il profilo termodinamico era sicuramente migliore.

Un giovane cumulonembo sembrava distaccarsi dal resto del sistema acquistando in pochissimo tempo una spiccata rotazione.

Saranno le fasi iniziali di una splendida supercella di cui avremo il privilegio di seguirne tutta l’evoluzione dagli esordi sino al suo dissiparsi. La rotazione della supercella era molto accentuata e la forma del mesociclone cambiava continuamente diventando sempre più spettacolare.

Il mesociclone a tratti appariva così striato e levigato da essere quasi paragonabile alle supercelle americane.

La persistente rotazione consente a questo temporale di muoversi solo molto lentamente verso est. La zona dell’updraft giungerà quasi sopra di noi impiegando diverse decine di minuti.

Decidiamo quindi di muoverci una manciata di chilometri verso est per portarci fuori dal temporale ed osservarne ancora la fantastica struttura.

Updraft, mesociclone ed incudine si stagliano davanti a noi con delle colorazioni e delle forme realmente incredibili. Uno wind shear praticamente perfetto a tutte le quote atmosferiche preserverà la rotazione della supercella plasmandone le forme sin oltre le 19.

Poi tutto d’un tratto, come se la supercella avesse voluto “osare troppo”, forse qualche parametro nella circolazione dei venti improvvisamente mutato, tutte le parti del temporale si disfano davanti ai nostri occhi.

Dopo aver conservato la sua forma per ore, quasi come smontare un giocattolo e spargerne le varie parti in un pavimento, tutte le forme incredibili e bizzarre del mesociclone in pochi minuti perdono consistenza “disintegrandosi” in diversi cumuli congesti.

Termina così una delle giornate di caccia italiane più intense di sempre.

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