Incredibile supercella Novi di Modena, lunedì 4 giugno 2018

Nel pomeriggio di lunedì 4 giugno, abbiamo avuto modo di immortalare una potente supercella che è venuta a crearsi lungo una outflow boundary. In parole povere, lungo il fronte d’aria fredda rilasciato dai temporali che si sono sviluppati nella primissima parte del pomeriggio, sono nate tutta una serie di nuove celle temporalesche dall’Appennino parmense verso le zone di pianura limitrofe. La corrente a getto praticamente inesistente così come i venti a media quota anch’essi insufficienti a sostenere una supercella, un simile sviluppo degli eventi può essere spiegato dal profilo buono della ventilazione negli strati prossimi al suolo (il cosiddetto “Low Level Jet”) e la grande quantità di energia a disposizione per la concezione (sino a 2000 J per Kg).

 È stata una giornata difficile da gestire; infatti sono stati numerosi i cumulonembi che si sono sviluppati nel corso della giornata e non tutti sono riusciti ad evolvere in supercella.

Prima che si sviluppasse il grande mesociclone di queste immagini, abbiamo assistito allo sviluppo di altre due supercelle dal potenziale e dalle dimensioni certamente più contenute ma spettacolari per l’irruenza delle correnti convettive che erano in grado di elevarsi sino a grandi altezze, con una sommità dei cumulonembi stimata dai modelli attorno agli 11.000 metri di altezza.
Il grande mesociclone finale, costituiva la parte conclusiva di una linea di temporali. Il momento più spettacolare è stato ripreso attorno alle 15.10 nei pressi di Novi di Modena. Vista la grande foschia presente in quel momento sulla zona, abbiamo dovuto avvicinarci di molto al mesociclone prima di poterne apprezzare appieno la struttura e le fattezze. Particolarmente impressionanti erano gli addensamenti cumuliformi che costituivano una lunga inflow band che, spinta da forti venti di Scirocco, veniva risucchiata direttamente dentro il cuore del temporale, acquistando spiccata rotazione.

Spostandosi verso nord-est, all’interno del temporale hanno iniziato a prevalere correnti più fredde di outflow che ne hanno determinato l’esaurimento tra le province di Modena e Ferrara.



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