La grande tempesta di fine ottobre 2018

La parte conclusiva dell’ottobre 2018 è stata protagonista di una severa ondata di maltempo che ha colpito vaste regioni del nostro Paese. In quest’occasione sono stati misurati venti estremamente intensi e dannosi, con picchi di raffica che hanno sfiorato i 200Km/h in Alto Adige ed in Liguria. Gli effetti sul territorio sono stati devastanti, il bilancio finale dei danni ammonta a svariati miliardi di euro. La Liguria è stata devastata da una mareggiata con onde alte sino a 10 metri, l’intera costa è stata gravemente danneggiata. sull’Alto Adige la foresta sul Lago di Carezza è stata in gran parte abbattuta, creando uno scenario di devastazione totale.

Per chi non se lo ricordasse o non avesse fatto particolare attenzione, in questo redazionale di Peppe Caridi, potrete farvi un’idea della conseguenze portate da un evento atmosferico di grossa portata e con tempi di ritorno molto lunghi, forse inedito per il Mediterraneo. 

” Lunedì 29 Ottobre la tempesta che ha colpito l’Italia non è stata una normale perturbazione autunnale: fosse stato un ciclone tropicale, sarebbe stato classificato sulla scala Saffir-Simpson come un Uragano di 3ª categoria. Soprattutto in Liguria, gli effetti al suolo sono stati catastrofici per tutto il litorale da Ventimiglia a Sarzana con venti a 180km/h e onde alte più di 10 metri. Gli esperti Gianfranco Meggiorin, di Navimeteo Marine Weather Forecasters, e Federico Brescia Velikopoljsky hanno analizzato il fenomeno dal punto di vista tecnico-meteorologico e oceanografico e hanno spiegato che “ci sono situazioni meteo, eventi importanti che segnano la storia della navigazione, delle coste e dei porti del Mediterraneo. Le condizioni meteomarine verificatesi lunedi’ sono certamente tra queste“.

La causa di questa mareggiata in Liguria è da ricercare nel profondo ciclone Mediterraneo che ad inizio settimana si è approfondito sulle Baleari e in veloce risalita sul Mar Ligure ha portato piogge torrenziali, venti impetuosi e forti mareggiate. La giornata di lunedì è iniziata con un forte temporale sullo spezzino che – stazionando sulla zona per circa 2 ore a causa della convergenza di venti da Sud e Sud Est – ha provocato allagamenti in tutta la città. All’interno del fenomeno erano presenti venti di downburst (violenta colonna di aria fredda che scende dal cumulonembo a terra) tali da far rompere gli ormeggi ad una nave da crociera e spostare interi container nei moli del porto.

Verso mezzogiorno la parte perturbata ha iniziato ad interessare anche le zone centrali della regione scaricando importanti quantità d’acqua. Con la risalita del minimo depressionario i venti hanno iniziato a spingere più forte e a disporsi piu’ da Sud-Sud Ovest attorno agli 8090km/h con raffiche massime fino a 180km/h registrate a Marina di Loano. Il mare di conseguenza ha raggiunto onde di 6-7 metri con un’onda di picco massima di 10 metri e mezzo (boa di Capo Mele- ArPal). Oltre al vento e all’altezza delle onde, si e’ verificato un altro fenomeno, denominato “Surge“, che ha peggiorato il quadro: la violenta e profonda depressione ha infatti innalzato il livello del mare provocando situazioni costiere simili a quelle causate da depressioni tropicali e uragani. “

Il team ZenaStormChaser è stato attivo sia nel monitoraggio dei sistemi convettivi che hanno presentato a tratti intensità notevoli, sia nel reportage della mareggiata che ne è conseguita la sera del 29 ottobre, accompagnata da raffiche di Libeccio straordinariamente potenti. Una parte del team è stata impegnata nei pressi di Genova a seguire il temporale da fronte freddo sopraggiunto attorno a metà pomeriggio, la seconda parte del team ha invece potuto sperimentare gli effetti tangibili della fortissima bufera di Scirocco nella prima metà del pomeriggio su lunedì 29.

Queste immagini e queste riprese mostrano le conseguenze del maltempo sul nostro territorio, tra cieli rossi di sabbia e forti cumulonembi.





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