La grande eruzione del vulcano Cumbre Vieja, isole Canarie

Essere partecipi di un’eruzione vulcanica è difficile da spiegare a parole. Le sensazioni che si provano in quegli instanti, sentire l’odore e il rumore, vedere il magma che sgorga dal terreno diventando lava, è un’emozione che resterà impressa a lungo nella mia mente. Questa volta il team ZenaStormChaser non c’entra, io William Demasi mi sono recato sull’isola di La Palma, alle Canarie, per seguire lo svolgersi dell’eruzione del vulcano Cumbre Vieja. In realtà non sono stato completamente solo, in mia compagnia sono riuscito a reclutare uno stretto gruppo di amici fidati con cui ho potuto condividere l’emozione per l’eruzione. Ringrazio quindi i miei compagni di viaggio Federico Delucchi, Federico Cella, Graziano Ledda e Alessandro Venturi per la splendida compagnia.

Il vulcanesimo all’isola di La Palma è legato ad un punto caldo, cioè una zona della superficie terrestre soggetta a periodiche risalite di magma dal mantello. Si suppone che queste risalite che non sono legate ad alcuna attività di faglia, trovino risposta in un anomalo accumulo di elementi radioattivi in punti specifici del mantello terrestre, i quali generando delle vere e proprie correnti convettive, riescono a spingere il magma fino alla superficie.

Per l’isola di La Palma si tratta dell’eruzione vulcanica più lunga della storia recente, con una durata di ben 88 giorni e 18 ore. I flussi lavici hanno ricoperto una porzione enorme di territorio nella parte meridionale dell’isola. Grazie alle misurazioni da satellite effettuate dal programma Copernicus, è stato possibile stimare l’estensione del territorio ricoperto dalla lava che è pari a 58686 ettari. I flussi lavici hanno raggiunto il mare in più punti, dando luogo a dei nuovi tratti di costa che prima non esistevano. Le colate di lava sono state causa di enorme distruzione, con oltre 3000 abitazioni che sono state completamente distrutte.

Nonostante gli sciami sismici si susseguissero ormai da molte settimane, al momento di ripresa dell’attività le autorità locali sono state colte di sorpresa. La frattura eruttiva si è aperta improvvisamente nel bel mezzo di bosco di pini, nel cuore del Parco Nazionale del Cumbre Vieja. In poche settimane l’eruzione era già stata in grado di costruire un edificio vulcanico alto circa 200 metri, costituito da 5 bocche eruttive che a fasi alterne rilasciavano dapprima grandi quantità di cenere e pochi istanti dopo, con un cambio di attività, la le emissioni di ceneri venivano sostituite dai lapilli e dalle bombe vulcaniche.

La mia prima prima permanenza è stata dall’8 al 12 novembre 2021. Per portare a casa alcune delle immagini che adesso custodisco gelosamente nei miei archivi, ho dovuto avvicinarmi parecchio al vulcano ma una volta giunti a poche centinaia di metri dalle bocche eruttive lo spettacolo è stato incredibile. Ne ho ben vivido il ricordo del colore e del rumore. Il silenzio irreale attorno a me, l’odore leggero di zolfo che permeava l’aria, un’incredibile sfavillio di colori caldi dal giallo fino al rosso scuro.

CHE RUMORE FA UN’ERUZIONE VULCANICA?

In effetti se il colore della lava durante la notte può essere facilmente immaginato da tutti, non altrettanto si può dire per il rumore. La “voce” di un vulcano attivo è qualcosa di estremamente difficile da descrivere. Posso solo dirvi che talvolta mi sembrava di sentire il rumore di un aeroplano che sorvolava la terra a poche centinaia di metri da me. Un fruscio contante soggetto a continue fluttuazioni in ampiezza e intensità, talvolta più sui toni alti, un istante dopo cupo e gutturale. Il suono restava sempre e comunque “viscerale”. Si sentiva che era legato a dinamiche del sottosuolo e pertanto essendo i vulcani delle creature uniche nel loro genere, il suono che fanno è impossibile da descrivere in maniera soddisfacente, accontentatevi di quello che vi ho scritto sopra.

L’eruzione ha avuto inizio il 19 settembre ed è stata dichiarata ufficialmente conclusa il 25 dicembre, giorno di Natale. In realtà la data di fine dell’attività eruttiva è stato nella serata di mercoledì 15 dicembre ma l’istituto vulcanologico delle Canarie ha dichiarato concluso il ciclo di attività 10 giorni dopo. Le altre due eruzioni conosciute in epoca storica sull’isola di La Palma sono quelle del vulcano San Juan nel 1949 e Teneguia nel 1971, con cicli di attività complessivamente minori.

La mia seconda permanenza è stata dal 12 al 17 dicembre. In questo secondo viaggio ho potuto vedere le fasi finali dell’eruzione tra il pomeriggio e la serata del 15, con un intenso parossismo ed una attività a tratti quasi di tipo vulcaniano, con lancio di brandelli di lava a grande altezza. All’interno della colonna di ceneri vulcaniche abbiamo potuto osservare una vera e propria tempesta di fulmini che ci ha lasciati a bocca aperta.

Il frutto di questa incredibile esperienza è racchiuso nelle immagini che vi mostro in questo reportage.

ccc

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